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La saga de: “Il Mio Nome è Nessuno”, scritta da Valerio Massimo Manfredi, è una serie di romanzi storici, incentrata sulla mitologia greca. Solo i primi due dei tre libri sono una storia continua, in quanto romanzano l’Iliade e l’Odissea, narrando la storia dal punto di vista di Odisseo.

Il Giuramento parte da quanto il Laerziade ha memoria, ossia dalla sua infanzia, da quando il suo maestro, di nome Mentore, gli insegna a vivere. Si racconta dei suoi anni da ragazzo e delle prime esperienze, ma si ha lo svolgimento in sé durante la narrazione delle vicende di Troia, raccontando delle emozioni di Odisseo, che voleva disperatamente tornare a casa.

Il Ritorno, che inizia dalla distruzione di Troia, prosegue con il viaggio di Odisseo verso Itaca, comprendendo tutte le imprese, Calipso, Tiresia e i Proci. Dopo il suo ritorno in patria e il suo ricongiungimento con Penelope, dovrà ancora partire, come Tiresia gli predisse, per poi tornare finalmente a casa.

L’Oracolo, inizia dal 17 novembre 1973, quando degli studenti del Politecnico di Atene si riuniscono nell’Ateneo per manifestare contro la Dittatura dei Colonnelli. Claudio accompagna la ragazza, Heleni, all’Università, ma mentre lei è dentro, i militari ateniesi fanno irruzione, prendendo prigioniera la ragazza. Claudio viene a sua volta scovato e portato in una stanza, dove vedrà un agente uccidere Heleni. Anni dopo, gli amici di Claudio si ritroveranno a leggere di omicidi le cui vittime sono proprio le persone coinvolte nella famosa “Notte al Politecnico”. La dinamica che più ho apprezzato dei primi due libri è stata la presenza di inediti dettagli su Odisseo, poiché, se non ci fossero stati, il romanzo non sarebbe stato così avvincente. Il terzo libro invece è diverso: ha le sue basi in una realtà più moderna, ma che non tutti si ricordano: la “Dittatura dei Colonnelli”, in Grecia. In questo libro anche lo stile di scrittura di Manfredi cambia, da una narrazione più attenta ai dettagli e in un certo senso più leggera, si passa ad uno stile sempre pieno di dettagli (cosa che amo di Manfredi), ma più crudo, soprattutto nel raccontare i fatti storici, di un’impressionante brutalità. In conclusione, consiglio a tutti i primi due libri, soprattutto a chi volesse leggere qualcosa di nuovo rispetto alla classica mitologia greca, ma sono un po’ più restio dal consigliare a chiunque l’ultimo libro di questa stupenda saga, proprio per la sua crudezza. Non fosse per l’asprezza di toni del romanzo, consiglierei il terzo libro per perpetrare la memoria delle vittime nel periodo buio della guerra civile greca.

Tommaso Mignacca – 2 liceo A