Valentina e Oksana hanno dieci anni quando svegliandosi, invece che dal solito cielo azzurro, vengono accolte da una enorme nuvola blu scuro che sembra provenire dal reattore nucleare della città vicina alla loro: Chernobyl. Le due ragazze sono molto diverse tra loro ed è proprio questa diversità che all’inizio le porta a non capirsi e a non sopportarsi: la prima deve nascondere le sue origini, mentre la seconda deve confrontarsi con tutte le bugie che i suoi genitori le hanno detto sulle persone come Valentina. A causa dell’esplosione le due si ritrovano a dover scappare dalla loro casa e a recarsi dall’unica persona disposta ad accoglierle: la nonna di Valentina. Durante questo viaggio le due protagoniste lentamente iniziano a rivalutarsi, fino a parlarsi con il cuore aperto, capirsi e a diventare quello che entrambe stavano cercando: migliori amiche. Quello che mi ha più stupito di questo libro, oltre alla visione e alla concezione delle radiazioni da parte delle persone dell’epoca (entrambe molto interessanti), è stato il tema dell’amicizia, che viene trattato in modo molto profondo, in un modo quasi simile a quello in cui lo tratta don Bosco. Non si parla, infatti, di amicizie effimere, che non sopravvivono per molto, ma di legami molto forti che durano nonostante la distanza, le difficoltà e il tempo.
Elisa Ferrero – 3 liceo A