The Giver è ambientato in un futuro indeterminato, in una comunità in cui non esistono differenze sociali, sofferenze, stagioni e colori. Ci sono dure regole da rispettare, che non permettono a nessun membro della comunità di fare scelte personali o di provare emozioni. Ogni membro svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani in una cerimonia annuale. Jonas, il protagonista del racconto, a 12 anni viene prescelto perché ha l’abilità di vedere cose che altri non vedono. Gli viene affidato un compito importante: quello di erede delle memorie del passato. Jonas riceve le memorie dal “Donatore”, l’unico che è a conoscenza di tutti i ricordi del passato. Il racconto a questo punto diventa una narrazione affascinante, fatta di dialoghi tra Jonas e il Donatore che riguardano l’addestramento del giovane ragazzo. Lowry, con uno stile semplice ma coinvolgente, riesce a intrattenere il lettore, che insieme a Jonas vive le emozioni di una scoperta dietro l’altra. L’insegnamento fondamentale che il Donatore trasmette a Jonas è quello di vedere e soprattutto di sentire con il cuore sensazioni nuove: tutto questo porta il giovane protagonista a provare grandi emozioni come l’amore e a rendersi conto di cosa a lui e agli uomini della comunità è stato proibito di vivere. Quello che mi ha colpito – e che sconvolge anche l’animo di Jonas – è che in questo mondo apparentemente perfetto vengono uccisi bambini e vecchi con naturalezza e incoscienza. Questa tremenda azione fa cambiare l’atteggiamento di Jonas che, provando rabbia e scoprendo il coraggio, infrange le regole e scappa dalla comunità per raggiungere, dopo tante difficoltà, il confine proibito. Questo libro ci fa capire che anche se la vita ci fa provare gioie e tanti dolori vale la pena viverla perchè sentirsi liberi di fare le proprie scelte o provare grandi emozioni ci fa sentire vivi. È un libro che vale la pena leggere perché è avvincente, tiene con il fiato sospeso e trasmette un grande messaggio.
Francesco Dellavalle – 1 ITT A