Non bisogna per forza venire uccise per ricevere come attributo che ci caratterizza il termine “vittima”. Bastano parole, complimenti non richiesti, apprezzamenti fuori luogo, gelosia che sfocia nell’eccesso, controllo ostinato o sottovalutazione della capacità di pensiero. Questo però non bisogna solo ricordarlo il 25 novembre, va tenuto bene a mente ogni giorno dell’anno e della vita. In questo libro l’autrice invita a riflette su frasi che ormai sono diventate come stereotipi nella quotidianità. Perché una donna, che lavora, non può essere chiamata con lo stesso titolo del suo collega del sesso opposto? Perché non può ricoprire determinati ruoli? Perché, se una donna assume gli stessi comportamenti di un uomo, questi non vengono apprezzati, ma al contrario giudicati in maniera negativa? Perché quando si pone un uomo dinanzi al problema del patriarcato il riscontro che si ottiene è sempre «Io non sono maschilista, le conseguenze del maschilismo non sono un mio problema e non le devo risolvere io»? Queste sono solamente alcune delle riflessioni che invita a fare la scrittrice: se volete scoprirne le risposte o anche le altre domande, perché non leggere questo libro?
Amelia La Rocca – 4 liceo A