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Shhh, fate silenzio. Non devono sentirci parlare. Come? Non capite in che senso? Beh, è molto semplice. Qualcuno volò sul nido del cuculo è tra i romanzi più vietati negli stati uniti d’america. Nel 2000, per esempio, alla Placentia Unified School District in California i genitori degli studenti ne hanno richiesta la rimozione, arrivando a chiamare il capolavoro di Ken Kesey “spazzatura”. Tornando un po’ indietro nel tempo, più precisamente nel 1978, venne bandito alla Freemont high school nel Idaho, e l’insegnante che lo aveva consigliato venne anche licenziata. E questi sono solo due esempi, ma ce ne sarebbero molti altri da segnalare. Ma perché? Se non avessi ancora letto il libro questa sarebbe la domanda che più vorrei porre. Il motivo è presto detto. A nessuno piace quando qualcuno ci fa notare delle azioni terribili che abbiamo commesso, vero? Lo stesso vale per questo romanzo. Infatti, il libro, racconta la storia, narrata dal protagonista, un indiano d’America chiamato Brondem, di una corsia di un ospedale psichiatrico. La corsia della grande infermiera, Miss Ratched. Da subito capiamo che l’atmosfera è cupa, rigida: inservienti che praticano violenza sui pazienti, che non sono nemmeno più in grado di ridere. O molto più probabilmente ne temono solo le conseguenze. Il controllo è in mano alla infermiera, che con un grande e calmo sorriso riesce a controllare i pazienti, sedandoli in caso di “rivolta” o più semplicemente facendo finta di aiutarli durante le riunioni esponendo i loro problemi, in realtà, in una gogna pubblica, così che tutti possano prenderli un po’ in giro. Il protagonista si finge sordo e muto, non perché non abbia voglia di parlare, ma semplicemente perché ha l’impressione che nessuno lo ascolti, e di conseguenza che senso avrebbe spendere fiato inutilmente?
Solo che un giorno arriva una persona con un carattere forte. Un giocatore d’azzardo, violento e scorbutico, trasferito dalla fattoria di correzione, facendo finta di essere lievemente pazzo: McMurphy. Da subito capiamo che non è come i suoi compagni pazienti, infatti entra ridendo. Si prende gioco degli inservienti e si disinteressa della infermiera. Dall’inizio cercherà di far ridere i pazienti perché non sopporta che abbiano tolto loro anche quello. Ha un solo limite però. E parlo del rischio di finire nella corsia “Agitati”. Chiunque ci finisca è lì perché ha dimostrato di essere violento, e verrà presto sottoposto allo Shock. Con gli altri pazienti farà una scommessa, entro un certo periodo riuscirà a far perdere il controllo all’infermiera, così da dimostrare a loro che non è infallibile come temono.
Il personaggio di McMurphy vi strapperà dei grandissimi sorrisi. Il libro è pieno di momenti poetici, che faranno venire, quasi sicuramente, la pelle d’oca.
Oltre a criticare la situazione dei pazienti di queste strutture, il libro, grazie al personaggio del grande capo Brondem, è una denuncia verso il razzismo nei confronti degli indiani d’America, radicato nella cultura Americana, e mostra a tutti i terribili inganni e la terribile violenza che venivano esercitati sulle tribù degli indiani d’America per potersi comprare il loro territorio, distruggendo così, vite e culture.
Sono stato così tanto coinvolto dal libro che per ben due volte non sono riuscito a proseguire la lettura, cosciente di quello che sarebbe successo ai poveri, ma non per questo meno umani, pazienti della corsia. Il finale sarà molto angosciante, ma allo stesso tempo pieno di speranza. McMurphy, quindi, aveva ragione dicendo: “Ma credete veramente di essere pazzi? Davvero? Invece no, voi non siete più pazzi della media delle persone che vanno in giro per strada, ve lo dico io!”
Colloco Q.V’.S.N.D.C nella classifica dei libri che più mi sono piaciuti in assoluto, essendo uno dei miei preferiti. L’impatto emotivo che ha avuto su di me è stato impressionante. “…uno volò a est, uno a ovest, uno sul nido del cuculo…”.

Davide Salerno – 2 liceo A