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Ho sfiorato la prima pagina di questo libro seduta davanti al finestrino di un treno, uno dei tanti, mentre ulivi e mare azzurro scorrevano veloci accanto a me. “Per quanto ami questa mia terra, a volte penso che un giorno la lascerò”: leggevo e non sapevo quanto sarebbe stato vero anche per me, leggevo e non potevo immaginare di avere tra le mani uno scrigno prezioso, un   rifugio che avrei cercato mille altre volte ancora, un incontro che ha aggiunto una nuova  piccola luce al mio orizzonte. La storia di Mariam e di Laila è il cammino di due vite che si intrecciano su un’unica strada, è il racconto di una terra oppressa, ferita, distrutta, eppure immensamente ricca di profumi e storie incredibili, di voglia di rinascere. Mariam, figlia illegittima prima, moglie sottomessa poi, non ha mai conosciuto la sensazione di sentirsi amata e il lusso di poter provare gioia; Laila, invece, sembra aver davanti un   futuro radioso, ma la sorte ha in serbo per lei un percorso diverso, perché la guerra stravolge ogni cosa. Questo incontro cambia le loro vite, mentre la violenza dei talebani si abbatte sul loro mondo. Ho camminato così tra le vie di Kabul e ho osservato quella realtà così lontana attraverso gli occhi di due donne che non si sono arrese, occhi così simili a tantissime persone che ho incontrato e che condividono con loro la stessa storia di guerra, di perdita, di distacco. Questo romanzo mi ha fatto riflettere su come la vita possa prendere strade impensabili, togliere fiato e speranza, ma anche regalare la bellezza quotidiana delle piccole cose, la possibilità di guardarsi accanto e prendersi cura di chi ci è vicino in quel momento, in quel preciso istante, senza riserve. Questo libro ha seminato nel mio cuore tantissime domande. Quanto vale la libertà di essere chi siamo, di    diventare ciò che vogliamo, di amare chi scegliamo? Quanto costa vedere il proprio mondo frantumarsi e   quanta forza serve per rimanere interi? Per cosa vale la pena rispondere sempre, ogni giorno, “sì”? Nel tempo qualche risposta sono riuscita a trovarla, ma, se ho bisogno di cercare ancora più a fondo o quando mi serve un po’ più di luce, è tra queste pagine che so di ritrovare, sempre, quella di mille splendidi soli.

Prof.ssa Francesca Invidia