Vincitrice del Premio Strega 2024, con il suo romanzo L’età fragile, Donatella Di Pietrantonio ci riporta a un grave fatto di cronaca accaduto negli anni ’90, rivissuto dalla protagonista, Lucia, che è anche l’io narrante. L’ambiente è la dorsale appenninica, la regione abruzzese dove l’autrice è nata e vive. In apparenza potrebbe sembrare un luogo tranquillo e accogliente, ma si rivelerà non tanto diverso da quelli insidiosi delle grandi metropoli.
Sono molti i temi raccontati nel romanzo: la relazione madre-figlia, il dovere della protagonista all’accudimento di un padre ormai anziano e ancorato al proprio ruolo patriarcale, la gestione della propria vita che tende a mettere in secondo piano, per riuscire a fare da collante fra le due generazioni con cui si deve costantemente dividere: una corda che ”mi tira, mi spezza”, come Lucia stessa affermerà. Nella narrazione di queste dinamiche familiari, si apre un flashback: un doppio femminicidio, che la collettività ha voluto rimuovere per non scalfire l’immagine di una natura quieta e paradisiaca. L’autrice affronta anche i temi della migrazione interna, di partenze e di ritorni, della salvaguardia dell’ambiente naturale dalla speculazione edilizia, del ruolo delle donne coinvolte nella storia e anche dei molti personaggi maschili. A predominare, come da titolo, è la fragilità dei tre personaggi principali che, rappresentando tre generazioni, la vivono in maniera molto diversa.
Romanzo intenso, psicologico che fa immedesimare il lettore nelle tante sfaccettature che l’autrice, magistralmente, sa operare sui suoi personaggi.
Prof.ssa Maura Giannattasio