Diviene frustrante sapere che tutto il sacrificio posto nel proprio lavoro non viene equamente ricompensato: questo è ciò che si sono detti gli animali di Manor’s Farm quando “Il sindaco”, il maiale più anziano e saggio fra tutti, ha fatto notare che potevano vivere in migliori condizioni se avessero collaborato contro il loro padrone. Questa è anche la la premessa con cui inizia la storia della fattoria degli animali, una satira fantapolitica scritta da George Orwell, anticonformista del 1900. Stanchi dei soprusi del negligente padrone, gli animali lo cacciano segnando l’inizio del loro regno apparentemente democratico. Gli sforzi del loro lavoro divengono molto più redditizi quando vengono gestiti dai maiali, considerati i più intelligenti fra gli animali. Man mano che il tempo passa, la diatriba fra i due maiali più rilevanti, Palla di neve e Napoleone, degenera nell’esilio del primo per mezzo dei cani da guardia addestrati da Napoleone. Da lì in poi si instaura un governo progressivamente più tirannico ove i beni sono ripartiti meno equamente, i dissidenti vengono trucidati davanti al resto del bestiame per intimorirli e le ore di lavoro aumentano considerevolmente. Nessuno però se ne accorge, poiché i maiali diffondono statistiche infondate, elogi al loro leader e oscurano i ricordi passati di una vita più lieta. Nell’insieme, è un libro non troppo lungo ma dal piacevole scorrimento: nella presa di potere degli animali si ritrovano tanti rimandi all’attualità. Consiglio caldamente la lettura in lingua originale.
Alejandro Sale – 4 liceo A