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Attraverso la vita della giovane Kazuko, appartenente ad una famiglia aristocratica in declino, Dazai Osamu racconta la storia di un Giappone devastato dalla guerra, riproponendo il senso di smarrimento di un paese che ha perso le proprie tradizioni per adattarsi al capitalismo occidentale. Kazuko e suo fratello permettono all’autore di trattare il ruolo durante la guerra non solo degli uomini ma anche delle donne. Questo libro mi è piaciuto perché è lo specchio di uno scrittore, ma anche di un popolo, che vive il disordine del dopoguerra. Infatti, dal libro traspare molto della vita e delle emozioni di Dazai Osamu, un uomo come la maggior parte di quelli del suo tempo, che confidava nella speranza di un rinnovamento della società, mai veramente arrivato. Mi ha colpito in particolare una frase, «Quello che mi rimane dell’esperienza di guerra è un paio di scarpe di feltro», in cui l’autore esprime la totale perdita di concretezza e cognizione del tempo che la guerra aveva portato negli animi del popolo giapponese.

                                                                                                                                                                        Cecilia Piccolo – 3 liceo A