I leoni di Sicilia è un romanzo storico avvincente e appassionante ambientato tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo, i cui protagonisti indiscussi restano fino alla fine della storia non tanto i singoli individui, quanto la famiglia Florio, che da un piccolo paese della Calabria si trasferisce a Palermo, dove, nell’arco di qualche decennio e attraverso un paio di generazioni, riesce a fare fortuna e a diventare una delle più ricche e potenti Case dell’isola. Eppure sembra non bastare mai, infatti, nonostante le fatiche sostenute e i successi ottenuti, questa scalata sociale non si arresta, rimane sempre qualche altro traguardo ancora da raggiungere: estendere i commerci dalle spezie, al vino, alla pesca, introdurre la meccanizzazione nella produzione, gestire appalti lucrativi e prestigiosi per la Corona -i Borbone prima, i Savoia poi-, ricoprire importanti cariche politiche nel governo siciliano e molto altro ancora. Quello che conta, però, per la mentalità siciliana del tempo, è il sangue e questo don Vincenzo lo sa bene, infatti la sua massima ambizione è contrarre un buon matrimonio con una discendente dell’aristocrazia locale, obiettivo che lui mancherà, per amore, ma al quale si sacrificherà suo malgrado il figlio Ignazio. Un intreccio articolato, perfettamente calato nel contesto storico-politico del tempo, reso ancora più vivido dalla personalità poliedrica di alcuni personaggi e dall’emergere di tematiche e tratti caratteristici che offrono uno spaccato veridico della società e del modo di pensare più diffuso nella Sicilia del primo Ottocento.
Prof.ssa Elisa Melotti