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Pietro Gerber non è uno psicologo normale, è un ipnotizzatore di bambini, spesso traumatizzati da eventi traumatici ma detentori di informazioni fondamentali da fornire ai magistrati per concludere la loro indagine. Un giorno, Pietro riceve una telefonata per una nuova paziente. Non si tratta però di una bambina, ma di una donna adulta, tormentata da un suo ricordo d’infanzia, un omicidio. L’ipnotizzatore dovrà cercare di capire se questo ricordo è reale o no: ci riuscirà?

Non sono mai stata una vera amante dei thriller, ma personalmente ho adorato un sacco questa storia. La lettura è scorrevole e ti tiene incollato al libro, perché non riesci a capire qual è il confine tra fantasia o realtà e chi potrebbe essere il colpevole. Consiglio questo libro a persone a cui piace il genere crime, a chi magari vuole sperimentare un nuovo tipo di libro, a chi vuole leggere un romanzo che mantenga alta la suspence, a chi che per qualche motivo non riesce più a leggere: secondo me, La Casa delle voci è perfetto per farti uscire dal blocco del lettore, momento che ho attraversato anche io.

Francesca Faraone – 4 liceo A