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Sono le Idi di marzo del 44 a.C. quando Ottaviano, un giovane di soli diciotto anni, viene a sapere che suo zio Giulio Cesare è stato assassinato. Il ragazzo si ritrova così a essere l’erede designato. La sua salita al potere non è affatto facile a causa dei suoi oppositori e di coloro che credono di potersi prendere gioco di lui solamente per la sua giovane età.

Non si tratta di un semplice romanzo a filo continuo, ma di una raccolta di lettere scritte da vari personaggi storici, che raccontano alcuni aneddoti da cui si può percepire, ad esempio, l’opportunismo di Cicerone, l’ironia di Orazio, la saggezza di Marco Agrippa e l’intelligenza di Mecenate. L’epistolario è suddiviso in tre parti. La prima riguarda l’ascesa al potere di Gaio Giulio Cesare Ottaviano, a cui successivamente verrà attribuito il titolo di Augustus, e le sorti di quell’alleanza tra Ottaviano, Antonio e Lepido, passata alla storia come Secondo Triumvirato. La seconda narra invece di Giulia, figlia di Augusto, donna inquieta e moderna che cede alla lussuria. Infine, nell’ultima parte è lo stesso Ottaviano a scrivere una lettera a Nicola di Damasco, storico e filosofo greco.

È evidente come durante l’età augustea si possa parlare di rinascita di Roma: grazie a un’abile opera di propaganda, il passaggio da repubblica a impero viene mascherato come un ritorno ai gloriosi fasti antichi. Stanchi e prostrati dalle guerre civili, i romani accettano la riforma proposta da Augusto, che comunque li condurrà verso un periodo di splendore e di pace.

Amelia La Rocca – 3 liceo A