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“Il mio corpo aveva assorbito il cibo del Fuhrer, il cibo del Fuhrer mi circolava nel sangue. Hitler era salvo”. La protagonista del romanzo, Rosa Sauer, è un’assaggiatrice, colei che, insieme ad altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla “tana del lupo” il quartier generale di Hitler, dovranno consumare i pasti che poi verranno serviti al Fuhrer. E’ l’autunno del ’43, Rosa è arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti dopo la partenza del marito Gregor per il fronte. E’ ospite dei suoi suoceri e dal lunedì al venerdì deve recarsi nell’ambiente chiuso della mensa per sedersi, con le compagne, davanti a piatti traboccanti dove alla fame subentra la paura di morire avvelenate. Infatti le assaggiatrici servono proprio a questo, tutelare la vita di Hitler per il timore che qualcuno lo possa avvelenare. Dopo ogni pasto devono ancora stare un’ora sotto osservazione per accertarsi che il cibo sia sano. Fra le donne si stringono amicizie, alleanze anche se sono fra loro molto diverse. Il controllo della mensa è affidato al tenente Ziegler, un uomo freddo, arrogante che instaura un clima di vero terrore. Nel ’44, l’anno successivo, fra Rosa e Ziegler si crea un legame inaudito: non è amore, è bisogno di abbandonarsi alla passione ma mantenersi sempre estranei l‟uno verso l’altra. E’ difficile in questo periodo di terrore rimanere umani. La Postorino si è ispirata alla storia vera di Margot Wolk (ultima assaggiatrice di Hitler nella caserma Krausendorf) che soltanto all’età di novantasei anni ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza. E’ un romanzo avvincente che ci mette a nudo una realtà storica poco conosciuta e brutale in cui le donne sono le vere protagoniste dimostrando coraggio e dignità.

Prof.ssa Maura Giannattasio