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Un romanzo che ha la leggerezza della fiaba e la profondità di un classico. Una storia che svela una metafora alla mente di chi legge e invita alla lettura grazie anche alle semplici e accattivanti illustrazioni di Tuono Spettinato, uno tra i più quotati autori di fumetto italiani, che dà colore alle parole di Chiara Gamberale.

La protagonista dell’opera è la principessa Qualcosa di Troppo, figlia del re Qualcosa di Importante e della regina Una di Noi. Fin dalla sua nascita la principessa mostra di non possedere limiti, esagera in tutto ciò che fa. Si muove troppo, piange troppo, ride troppo e, soprattutto, vuole troppo. È sempre alla ricerca di un perché e di un qualcosa che dia senso alla sua esistenza. Tutto ciò fino a quando un vero dolore sorprende Qualcosa di Troppo per la prima volta e le lascia “un buco al posto del cuore”, che neanche la tristezza riesce a colmare. Proprio in questo momento avviene l’incontro con il Cavalier Niente, che vive solo in cima ad una collina e trascorre le sue giornate a “non-fare qualcosa di importante”. Con lui Qualcosa di Troppo scoprirà il valore del “non-fare”, del silenzio, della noia, del rimanere a contatto con il vuoto che lei prova, concedendosi del tempo. La “pace ritrovata”, però, non durerà a lungo, Qualcosa di Troppo, infatti, crede che per stare bene debba fare e fare tanto. Si lascerà “catturare”, quindi, da Smorfialibro (il nuovo modo di comunicare che ha fatto impazzire tutti nel suo regno) e da diversi pretendenti pronti a chiedere la sua mano: Qualcosa di Buffo, Qualcosa di Blu, Qualcosa di Giusto, Qualcosa di Speciale e Qualcosa di Più. Con ognuno di loro Qualcosa di Troppo sembrerà momentaneamente ritrovare se stessa e saper dare un senso alla sua vita, ma puntualmente sentirà il bisogno di tornare dal Cavalier Niente per farsi “curare”. Tutti i suoi pretendenti, infatti, non possono fare al suo posto ciò che solo da sola può raggiungere: essere pienamente se stessa.

Nel dialogo tra Qualcosa di Troppo e il Cavalier Niente, la protagonista apprenderà la differenza tra avere bisogno e avere voglia (“se non imparo a sopportare il vuoto nella pancia e anche a volergli un po’ bene, avrò sempre bisogno di un’avventura o di un fidanzato che me lo riempia e non sarò mai libera! Libera di scegliere, libera di avere voglia! Sarò sempre un ostaggio, schiava della paura dello spazio vuoto!”) e giungerà alla consapevolezza, che per poter essere felice, fare e sentire troppo non vanno bene, così come fare o sentire niente.

Il romanzo di Chiara Gamberale risulta quanto mai attuale, in una società come la nostra contraddistinta dalla corsa continua del “fare”, del non darsi il tempo per pensare e per annoiarsi anche un po’. Ciò che è in palio, però, è la nostra vita, la nostra identità. Forse, allora, sarebbe opportuno fermarsi un po’, “sconnettersi” e tornare ad apprezzare le cose semplici, come fischiettare in compagnia sul prato o guardare le nuvole inventando storie buffe: il cosiddetto valore delle piccole cose, perché “È IL PURO FATTO DI STARE AL MONDO LA VERA AVVENTURA”.

Prof.ssa Alessandra Racca