
«Letizia infilò le mani nelle tasche dei jeans e disse fermamente che a suo avviso la sofferenza era regolata da un principio di conservazione. La sofferenza si conserva proprio come l’energia. I loro nonni, e in una certa misura anche i loro padri, avevano dovuto sopportare il dolore fisico, fame, freddo e povertà o comunque una qualche privazione; e ora che questo dolore era terminato, a loro spettava un destino di ferite interiori (..) sotto il peso di quanto accaduto prima di loro».
Giorgio Fontana (già premio Campiello per Morte di un uomo felice) costruisce un’epopea familiare che attraversa il Novecento italiano seguendo quattro generazioni della famiglia Sartori, dal 1917 fino ai primi anni Duemila. Dal Friuli a Milano, da un giovane in fuga dopo Caporetto a una nipote in visita alla tomba del bisnonno, come se fosse la chiusura di un cerchio che però non rimargina le ferite accumulate. Nelle pagine di Prima di noi c’è un continuo intreccio tra la Storia e le storie; le vicende dei Sartori scorrono accanto alle grandi trasformazioni che coinvolgono l’Italia in guerra, durante il fascismo, la Resistenza, il boom economico e le tensioni politiche fino al clima d’incertezza contemporanea. Queste vengono raccontate attraverso lo sguardo influenzato da paure e ambizioni dei personaggi di volta in volta figli del tempo e dei luoghi che vivono. Ne emerge un grande romanzo storico e profondamente umano che parla dell’importanza delle radici, ma anche della possibilità di scegliere chi vogliamo essere.
Prof.ssa Letizia Bonvini