copertina-pista-nera

A chi volesse cominciare un nuovo e stimolante cammino all’interno di una bellissima saga di gialli Italiani, consiglio di iniziare una bellissima nuova via con LA PISTA NERA di Antonio Manzini. Questo primo romanzo si rivela una notevole opera letteraria, capace di essere un’avvincente e sagace esplorazione della psiche umana attraverso i colori del crime italiano. Con un’inconfondibile maestria narrativa, l’autore dipinge un panorama incisivo e riflessivo del commissario, anzi (chiedo venia) del vicequestore Rocco Schiavone. Un personaggio ruvidamente affascinante, nato nei vividi e arancionati colori di una torrida Roma ma trovatosi, così senza troppo abituarsi, nel freddo vivido, quello che prende la gola con violenza, nell’algido clima delle Alpi. Una sorta di nostro Professor Gallinetta vergato sulla carta dalle parole dell’autore. Nelle sue pagine, Manzini tesse con sapienza una trama avvincente che si snoda tra le suggestioni di un paesaggio alpino innevato e le intricanti dinamiche della criminalità moderna, attraverso una prosa raffinata e un intreccio di personaggi vividi e profondi. Piste da sci assolate, rifugi in alta quota raggiunti con scarpe non sempre adatte, vie buie di una città che alle nove di sera ha già le pizzerie chiuse: questi sono solo alcuni dei contesti che colorano questo bellissimo nuovo scenario. Certo, per chi fosse abituato al rovente sole e agli spaghetti ai ricci di mare di montalbana memoria siamo diametralmente distanti, per cui non pensate leggendo le varie pagine di nuotare nel caldo del Mediterraneo o agli interminati spazi tra tamerici e fichi d’India: qui saggeremo l’aria pura d’alta quota e il profumo della fonduta nella polenta. Quella ricercata e semplice magnificenza con cui Camilleri ci ha abituato negli ultimi vent’anni di letture è passata attraverso un metaforico testimone nelle mani di questa nuova e controversa visione letteraria di questo giovane autore romano.

P.S. Per chi poi volesse anche addentrarsi nella serie televisiva, sappiate che è un vero capolavoro e Marco Giallini è magistralmente calzato nel personaggio.

Prof. Alessandro Galli