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Irvin Yalom è un autore statunitense, di origine ebraica e docente di Psichiatria all’università di Stanford. Molti suoi libri sono stati utilizzati come libri di testo da studenti di psicologia. Argomenti di fondo sono il rapporto tra violenza umana e paura della morte, in relazione all’influenza del subconscio. Profondo cultore della dottrina filosofica, oltre a questo romanzo, è anche degno di interesse “La cura Schopenhauer”. I personaggi principali del romanzo sono il filosofo Nietzsche, uomo schivo, solitario, in preda ad una tale disperazione da fargli tentare più volte il suicidio e il dottor Breuer, futuro padre della psicanalisi, di cui sarà allievo Freud. Per Breuer, personaggio in cui si identifica l’autore, la guarigione del corpo passa attraverso quella dell’anima. Un giorno, una giovane e attraente donna, Lou Salomè, si presenta nello studio del dottore Breuer, per chiedergli di prendere in cura il suo amico e, per un certo periodo amante, l’illustre filosofo Friedrich Nietzsche.  Fin dalle prime sedute, Breuer ritiene sia meglio “spolverare il camino” cioè aprirsi con il suo assistito, per metterlo nelle condizioni di fare altrettanto. Emerge, così, una forte depressione dello stesso psicanalista, soffocato dalle convenzioni sociali borghesi in cui vive, un matrimonio ormai spento e la forte attrazione per una sua paziente, che per ragioni deontologiche, chiamerà Bertha. “Non ha importanza, Friedrich. Per me è più importante aver smesso di affliggermi per il passato…”. Paradossalmente, Breuer, vestendo i panni del suo assistito, riesce a liberarlo dal suo “male oscuro” e provocargli un’autentica catarsi. Il filosofo, a fine terapia, riuscirà a dire: “La lacrima direbbe: com’è bello essere stata liberata!”.

Prof.ssa Maura Giannattasio