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La paranza dei bambini è un romanzo provocante, aggressivo e stimolante, fin dalla sua copertina che “salta subito all’occhio”. Roberto Saviano racconta la storia di dieci ragazzini quindicenni, dai soprannomi innocui, che lottano con tutte le loro forze per farsi un nome, avere soldi, ma soprattutto potere, fino ad arrivare al punto di “passare attraverso il Mar Rosso”. I loro modelli sono i grandi boss della mafia e non i genitori o gli insegnanti. L’opera segue in particolar modo le orme del giovane Nicolas Fiorillo, detto Maraja, il leader del gruppo, che da Forcella a poco a poco riesce a ottenere il controllo dei quartieri di Napoli, sottraendoli alle paranze avversarie e stringendo alleanze con vecchi boss mafiosi, ormai in declino. “Il nome paranza viene dal mare […] è nome di barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce”, ma in questa storia le vittime sono altri essere umani. Tutto ciò avviene sotto gli occhi impotenti di adulti che non sanno cosa fare, né quale modello di vita alternativa proporre a questi giovani, che mirano alla realizzazione di un sogno/incubo. Adulti deboli, incapaci di imporsi, che preferiscono fingere di non sapere, anche se sono a conoscenza di ciò che stanno ideando i loro figli, e che “toccati nel vivo” cercheranno vendetta, mostrando di aderire alle stesse scelte discutibili della loro progenie. La paranza dei bambini è sicuramente un romanzo da leggere, per riflettere, interrogarsi, disgustarsi, stupirsi e farsi coinvolgere/travolgere dalle vicende dei protagonisti.​

Prof. Alessandra Racca