
Una piccola scuola elementare, un delitto da risolvere, sei marmocchi uno più stravagante dell’altro e un ideale di uguaglianza che si scontra con una democrazia solo di facciata. Queste sono le premesse con cui l’autore ci intrattiene per un piacevole pomeriggio di lettura. Con questo libro, Dicker tenta di tornare alla dimensione spensierata dell’infanzia attraverso lo sguardo della protagonista, la piccola Josephine. Tuttavia, usa questa prospettiva per trattare un tema civico complesso: la democrazia, descritta con il tono disilluso di chi è stanco di vederla svuotata di significato nella realtà. Il cuore della narrazione è proprio il problema dell’uguaglianza tra individui diversi e di come, spesso, a vincere sia una “minoranza rumorosa”. Questo conflitto politico è inserito in un contesto apparentemente innocente: una catastrofica gita allo zoo, ricostruita tappa per tappa da Josephine e i suoi amici. Verso il finale, però, ho notato una certa fretta nella successione degli eventi: è come se l’autore, una volta esaurita la sua riflessione politica, volesse chiudere rapidamente la storia. Il risultato lascia soddisfatti, ma con un pizzico d’amaro in bocca. Nel complesso, è un libro che vale il tempo speso a leggerlo. È riuscito a riportarmi alla spensieratezza dell’età infantile grazie all’avventura narrata, ma senza farmi dimenticare la mia consapevolezza di giovane adulto, grazie alla profondità dei temi trattati.
Alejandro Sale – 5 liceo A