L’autore del romanzo è nato in Catalogna ed è un nome illustre dell’industria cinematografica, ma la sua vera passione è la scrittura. In quest’opera, intensa e commovente, sa fare perfettamente interagire i due protagonisti con il lettore. Harold e Mary Rose Grapes vivono in una casetta sulla scogliera di Brent, un’isola vulcanica circondata dall’immensità di un mare freddo e ostile. In questa casa, dove vivono da trentacinque anni, hanno sepolto il loro passato e i loro ricordi, tra cui la perdita del figlio Dylan, morto in un incidente mentre con il padre costruiva una barca per fare il giro del mondo. Il ragazzo è stato inghiottito dalle onde e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Harold ha quindi continuato a vivere con il costante senso di colpa per non essere riuscito a salvarlo, mentre Mary Rose si è man mano allontanata dal marito considerandolo il responsabile della tragedia. Improvvisamente ai coniugi Grapes arriva un’ingiunzione di sfratto: devono lasciare la villa perché non è più sicura, e ritirarsi in un pensionato. Ma, la notte prima del trasloco, un fulmine colpisce la scogliera, e la casa scivola in mare. I Grapes diventano quindi due naufraghi, vivono mangiando pesce, si scaldano costruendo un termoventilatore con attrezzi rudimentali. Intanto la loro casa galleggiante continua il suo viaggio alla deriva, ma l’impegno di entrambi nel superare continui pericoli li fa riavvicinare. Proprio quando incominciano a perdere le speranze, intravvedono nella banchisa una presenza umana: è un villaggio di capanne abitato. Superata l’iniziale diffidenza, vengono accolti e accuditi, e il confronto con una cultura diversa dalla loro li convince che la vita va vissuta. E che, anche con il dolore nel cuore, bisogna sempre andare avanti.
Prof.ssa Maura Giannattasio