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Il Covid si è portato via questo grande uomo e scrittore ma, come lui stesso sosteneva, la letteratura rende immortali. Sepulveda, nella stesura dei suoi romanzi, partiva sempre da un’idea che, poi, convertiva in letteratura. Diceva che un libro è una ”finestra aperta al mondo”, di qui l’importanza della lettura. Questo romanzo, pubblicato nel 1989, è ambientato nella foresta amazzonica, precisamente in Ecuador, dove gli animali e la popolazione degli shuar vivono in perfetto equilibrio con l’ambiente. A stravolgere questa pacifica convivenza sono i bianchi, i ”gringos” che ammazzano i cuccioli di tigrillo, un felino in via di estinzione. È chiara la denuncia dell’autore alla deforestazione selvaggia contro la quale, Chico Mendes, a cui è dedicato il libro, si è battuto fino alla morte. Oltre al rapporto uomo-foresta, attraverso il protagonista, José Bolivar Proano, l’autore sviluppa altre due tematiche: l’uomo e la lettura e l’uomo e le donne. La storia di José è narrata da frequenti flashback che interrompono la narrazione. L’ uomo vive solo, dopo la morte della moglie Dolores a causa di febbri malariche. È l’unica donna che abbia amato, così si ritira nel paese di El Idilio dove viene a contatto con gli avventurieri e il sindaco, chiamato ”lumaca”, che è metafora di opportunismo e chiusura mentale. A lui, però, si contrappone il dentista, personaggio quasi anarchico che fa di tutto per aprire gli occhi agli abitanti, perché acquisiscano una coscienza sociale. Josè, quando scopre di saper leggere, trova nella lettura un antidoto alla solitudine e alla vecchiaia. ”Sapeva leggere. Fu la scoperta più importante di tutta la sua vita. Sapeva leggere. Possedeva l’antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia. Sapeva leggere. Ma non aveva niente da leggere”. Sarà l’incontro con un frate, che stava leggendo una biografia di S. Francesco, a stimolare ancora di più la sua curiosità. Poi il dentista lo presenterà alla maestra del luogo che gli mostra la sua biblioteca. Non aveva mai visto tanti libri tutti insieme e iniziò ad affinare i suoi gusti e a scegliere i romanzi d’amore, d’amore, non erotici o passionali ma d’amore, dove le donne sono trattate con rispetto, perché amate. ”Antonio Josè Bolivar Proano si tolse la dentiera, l’avvolse nel fazzoletto… si avviò verso la sua capanna, e verso i suoi romanzi che parlavano d’amore con parole così belle che a volte gli facevano dimenticare la barbarie umana”. Grande prosa poetica con cui la mente acuta di Sepulveda affronta tematiche ancora così attuali: ambiente, rispetto per le minoranze, amore per le donne.

Prof.ssa Maura Giannattasio