
New York, 1997.
Uno spietato serial killer sta terrorizzando la città con un modus operandi molto particolare: dopo aver rapito e ucciso le sue vittime, si diverte a lasciare sulla scena del crimine indizi minuziosi, rebus e macabri quiz che, se risolti, potrebbero permettere di fermarlo prima che colpisca ancora.
La polizia di New York forse non saprà come affrontare gli enigmi che questo assassino propone, ma sa bene a chi rivolgersi per cercare di fermarlo al più presto: Lincoln Rhyme, un uomo di mezza età con una vita che non lo soddisfa, ma con una fama che lo precede, essendo stato uno dei migliori criminologi della città.
Ora però Rhyme è costretto a restare a letto, a causa di un incidente sul lavoro che l’ha paralizzato. Si trova quindi in una situazione difficile, soprattutto quando è necessario recarsi di persona sui luoghi del delitto per raccogliere gli indizi lasciati dall’assassino.
Come fare, allora?
Fortunatamente, in suo soccorso arriva Amelia Sachs, giovane agente intelligente e intuitiva, che diventa gli “occhi e le mani” di Rhyme sulla scena del crimine. Insieme danno vita a una partnership complessa e intensa, scandita da tensione, rispetto e un’inaspettata intesa. Il romanzo si sviluppa come una corsa contro il tempo, alternando momenti di suspense e analisi scientifica a colpi di scena che tengono il lettore incollato fino all’ultima pagina.
Spesso, quando non ho in mente nulla di particolare da leggere, mi metto a curiosare tra i libri che ho già in casa. È proprio così che, sfogliando le mensole del mio salotto, ho scovato Il collezionista di ossa. La trama mi ha subito intrigato e ci ho messo davvero poco a convincermi a leggerlo.
Nonostante l’abbia scelto un po’ per caso, sono rimasta piacevolmente sorpresa da quanto mi sia piaciuto.
Personalmente adoro quando in un libro nulla viene lasciato al caso: ogni indizio e ogni dettaglio hanno un peso, e solo alla fine se ne comprende appieno il significato. Jeffery Deaver riesce a costruire una trama a incastro, in cui ogni scelta narrativa contribuisce ad aumentare la tensione man mano che si procede nella lettura.
Il protagonista, Lincoln Rhyme, è un personaggio originale — un genio intrappolato nel proprio corpo — e il suo rapporto con Amelia Sachs dona al romanzo una dimensione umana che bilancia la freddezza dell’indagine.
Consiglio vivamente questo libro a chi ama i thriller intelligenti, dove spesso l’uso della mente conta più di qualsiasi altra cosa.
Greta Piana – 3 liceo A