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La storia è costellata da numerose donne che con la loro dedizione e passione hanno lasciato il segno nelle più disparate discipline scientifiche. Basti pensare a Marie Curie, fisica e chimica polacca, insignita di due premi Nobel, oppure Dian Fossey, zoologa statunitense che dedicò gran parte della sua vita allo studio dei gorilla di montagna fino al suo assassinio per mano dei bracconieri. L’elenco sarebbe molto lungo e in costante aggiornamento.  Credo tuttavia necessario ricordare la vita di una donna che inconsapevolmente ha cambiato il destino della medicina e dato speranza a milioni di persone che lottano contro numerose malattie, un tempo fatali. La protagonista di questo saggio, scritto con competenza dalla scrittrice americana Rebecca Skoot, è Henrietta Lacks, donna afroamericana che nacque in Virginia nel 1920. Moglie e madre di cinque figli, morì all’età di 31 anni a causa di un tumore alla cervice uterina. I medici prelevarono un campione delle cellule cancerose e da allora iniziarono a coltivarle in laboratorio dando origine alla linea cellulare HeLa, nota nei laboratori di biologia cellulare e negli ospedali di tutto il mondo. Era da anni che gli scienziati cercavano di far sopravvivere cellule umane fuori dal corpo, ma senza successo. Queste cellule hanno avuto un ruolo cruciale in numerose ricerche, ad esempio la scoperta delle cause del cancro, la sintesi di farmaci contro l’herpes, la leucemia, l’influenza, l’emofilia e il morbo di Parkinson, la produzione del vaccino contro la Polio e molto altro ancora. Ho apprezzato questo saggio poiché onora la figura di una donna, per troppo tempo dimenticata, che ha contribuito a salvare milioni di vite e ha innescato profonde e doverose riflessioni su alcuni aspetti relativi all’etica e alla tutela dei donatori di materiale biologico a scopo di ricerca. Grazie Henrietta, il tuo ricordo si rinnoverà ogniqualvolta un paziente guarirà grazie alle tue cellule.

prof. Matteo Negro