
Nel corso della storia dell’umanità la nostra specie si è progressivamente inurbata. Oggigiorno circa l’80% della popolazione mondiale vive in città. Questo mutamento di abitudini ha avuto profonde ripercussioni sulla nostra salute psicofisica e ha esercitato una notevole forza selettiva nei confronti degli organismi viventi che vivono a stretto contatto con noi negli ecosistemi urbani.
In questo saggio Stefano Mancuso, professore di biologia presso l’Università di Firenze, racconta dettagliatamente questo viaggio che ci ha portati progressivamente ad allontanarci dal nostro habitat naturale. La città può essere considerata come una sorta di organismo eterotrofo, fortemente energivoro, dove l’approccio economico è perlopiù lineare, dalla risorsa importata dall’esterno alla produzione dei rifiuti che devono essere smaltiti nelle discariche.
Di fronte alle profonde e significative sfide che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi decenni, sicuramente il cambiamento climatico rappresenta la più ardua. Mancuso cita un recente studio secondo il quale modelli climatici prevedono che nei prossimi 50 anni si assisterà a un riscaldamento tale da far sì che aree che oggi ospitano circa un terzo della popolazione mondiale sperimenteranno temperature medie annuali di 29°C. Nelle aree urbane, per effetto dell’isola di calore, la situazione sarà critica per la salute dei cittadini.
Per mitigare gli effetti di questo cambiamento climatico, Mancuso suggerisce di trarre ispirazione dal mondo vegetale e trasformare le nostre città in “Fitopolis”, ovvero luoghi in cui il rapporto tra uomo e natura possa essere ristabilito e rinforzato. Una visione non più lineare ma circolare dell’economia, in cui le piante possano avere un ruolo cruciale nel rendere l’ambiente cittadino maggiormente idoneo alla biologia della nostra specie, al fine di perseguire un necessario benessere, sempre più minacciato dalla nostra vita frenetica.
Dobbiamo seguire la via degli alberi e rendere le nostre città più verdi. Gli alberi saranno nostri alleati per garantire una riduzione dei consumi energetici, una migliore qualità dell’aria e una migliore gestione delle acque piovane.
Consiglio questo libro soprattutto a coloro che vivono nell’area urbana di Torino, per riflettere sul fatto che un altro modo di vivere in città è possibile e sta diventando sempre più un’esigenza imprescindibile per il futuro dell’umanità.
Prof. Matteo Negro