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“Figlio della fortuna” è un romanzo di Anne-Laure Bondoux. Ambientato nel Caucaso del Novecento, negli anni delle guerre post-sovietiche, racconta di un ragazzino francese, Blaise Fortune, che da neonato è stato trovato tra le braccia della sua mamma, dopo il deragliamento di un treno, da una donna, Galya. La mamma, ferita, lascia a Galya non solo il bambino che teneva tra le sue braccia, ma anche una busta con dentro due passaporti. Galya si prende cura di Blaise, che lei chiamava con il nome russo Kumail, come se fosse stato suo figlio. Quando Kumail compie sette anni, Galya decide di volerlo portare via dal Caucaso, ormai devastato dalla guerra, per permettergli di vivere una vita migliore.

Inizia così il viaggio di Galya e Kumail verso la Francia, con l’obiettivo di ritrovare i genitori di Blaise e vivere una vita libera. Un viaggio avventuroso, caratterizzato da momenti di gioia e altri di tristezza. Tutto ciò non sarebbe possibile, senza il dono fatto a Galya dalla mamma di Blaise: i passaporti, i quali rappresentano la speranza per la riuscita di questo viaggio. Kumail conoscerà tante nuove persone, partendo dai nuovi amici, fino ad arrivare a ragazzine di cui si innamorerà. In particolare conoscerà Babik a cui lascerà un dono immenso, il suo violino, oggetto per lui molto importante donatogli a sua volta da uno dei fratelli di Galya.

 

Penso che questo libro sia molto bello. Una storia semplice, ma soprattutto vera. Una realtà alla quale siamo molto vicini, ma di cui spesso non ci accorgiamo.

Quello che più mi ha colpita di questo romanzo è stato il personaggio di Blaise, un ragazzino semplice, che guarda al futuro e cerca la sua fortuna, che per lui è il destino di libertà.

Martina Percassi, 3 media D