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“Buchi nel deserto” è stato uno dei miei primi libri che ho letto nella mia vita. Ricordo che ero ancora alle medie e la mia professoressa ce lo aveva dato per settembre. Ricordo di aver affrontato la lettura in estate sotto l’ombrellone, senza troppi pensieri per la testa. Certamente infatti, questo non è un testo troppo impegnativo, non sarà sicuramente un libro su cui discutere su pagine e pagine di alta letteratura, ma da qualcosa per poter entrare nell’affascinante mondo dei libri, bisogna pur iniziare. Il romanzo narra la storia di un ragazzo di nome Stanley Yelnats e della sua avventura nella prigione di Campo lago Verde, situata nel deserto americano. La sua ingiusta condanna, per un presunto furto, lo porta a scavare ogni giorno ampie fosse nella sabbia insieme ad altri ragazzi della sua età. La storia si sviluppa come una divertente avventura che porterà il giovane prigioniero a scappare dalla sua reclusione e dalle grinfie della terribile Louise Walker, perfida direttrice del centro di detenzione minorile. Ho amato la storia e in particolare il protagonista perché nonostante le difficoltà, il caldo, la fatica e l’ingiustizia subita, procede imperterrito. Stanley infatti, continua a scavare (e a crescere) fino ad arrivare a un magnifico lieto fine. Inoltre il tutto è impreziosito da maledizioni, tesori nascosti e temibili lucertole gialle macchiate. Consiglio questo libro ai ragazzi del biennio o della scuola media e anche a quelli che come me, hanno ancora bisogno di innamorarsi della lettura e magari vogliono iniziare con un libro semplice ma allo stesso tempo divertente. Per “Guerra e pace” di Lev Tolstoj verrà forse il tempo.

Francesco Dogliotti – 1 liceo B