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Per diversi anni ho conservato questo libro senza degnarlo di grande considerazione. Ero restato piacevolmente colpito da “Nelle terre selvagge” di Krakauer ma “Aria sottile” non mi ispirava particolarmente. Nelle ultime settimane tutto è cambiato. Ho sentito la necessità di leggere questo bestseller e devo dire che sono rimasto assolutamente folgorato. Il giornalista-scrittore Krakauer descrive la tragedia della spedizione commerciale sull’Everest del 1996 con un trasporto incredibile. Ho provato sensazioni ed emozioni fortissime nel leggere le vicissitudini dei vari alpinisti coinvolti: dolore, solitudine, freddo, paura ma anche rispetto, meraviglia, incanto. Questo libro fa molto riflettere sul rapporto talvolta morboso tra l’uomo e le imprese estreme le quali, se affrontate con superficialità e scarsa preparazione, possono portare alla più triste conseguenza. Basti pensare che in prossimità della cima, al di sopra degli 8000 metri, in quella che è stata definita “zona della morte“, sono conservati in stato di congelamento circa 200 cadaveri di alpinisti periti durante l’ascesa. Uomini e donne che, un tempo, avevano sogni, speranze e un solo grande obiettivo, raggiungere il tetto del mondo. Alcuni di questi corpi sono in quel luogo da diversi decenni, nessuno potrà mai recuperarli. Per le popolazioni locali questa montagna viene considerata una divinità che va ammirata e rispettata. L’espansione incontrollata delle spedizioni commerciali, denunciata dallo stesso Krakauer in questo libro, ha causato gravi incidenti dovuti principalmente all’inesperienza dei partecipanti. Negli ultimi anni la situazione è ulteriormente peggiorata. Tutti ricordiamo la famosa foto scattata dall’alpinista Nirma Purja nel maggio 2019 in cui viene ritratta una coda interminabile di alpinisti fermi in attesa del proprio turno per procedere lungo la via che conduce alla vetta. Quello che un tempo era un tempio naturale si è trasformato in un incredibile business; basti pensare che i permessi per l’ascesa sono in costante aumento e vengono rilasciati alla cifra di cifra undicimila dollari. L’afflusso degli alpinisti ha inoltre alterato il fragile ecosistema di alta quota, già pesantemente impattato dagli effetti del cambiamento climatico. Bombole di ossigeno esaurite, corde, scale rotte, tende strappate, lattine e grandi quantità di oggetti plastici oltraggiano l’Everest. Un team di ricercatori del National Geographic ha addirittura rinvenuto microplastiche ad una quota di 8400 metri. “Aria sottile” è semplicemente un libro eccezionale che va letto da coloro che amano le montagne e che nutrono un profondo rispetto per questi estremi lembi di terra che si protendono verso l’infinito.

Prof. Matteo Negro