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In tanti affermano che scrivere sia la faccenda più semplice del mondo. Basta sedersi davanti allo schermo di un computer, pigiare i tasti e seguire il flusso delle parole, alimentato dalla fantasia. Poi aggiustare un po’ qui e là, ed è fatta. Non è proprio così!

Esiste un modo semplice e coinvolgente a cui i genitori ed educatori possono ricorrere per stimolare nei ragazzi il piacere di apprendere e di esprimersi: raccontando storie, storie di vita e per questo storie per la vita.

È un’abitudine che andrebbe coltivata fin dalla più tenera età, per la funzione formativa che essa è in grado di svolgere.

Uso la parola formativa nel senso più ampio del termine perché il racconto di storie non permette soltanto di avvicinare il ragazzo o il giovane alla lettura, ma è un mezzo per aiutarlo a crescere e a svilupparsi sotto tanti punti di vista.

Nella cornice dell’eterna lotta tra Bene e Male, i personaggi della storia si avvicendano e parlano attraverso la loro storia di temi profondi come l’amicizia, la solitudine, l’amore, il conflitto, il tradimento, la solidarietà, la vita, la sofferenza e la morte.

I racconti che compongono questa raccolta presentano al lettore delle coinvolgenti storie di crescita morale e di riscatto umano. Attraverso le difficoltà i diversi personaggi arrivano alla maturità comprendendo cosa sia davvero quel dono che chiamiamo semplicemente: “vita”.

Temi che evocano emozioni anche molto potenti, positive e negative, che il lettore può sperimentare in forma attenuata attraverso l’identificazione con personaggi ogni volta diversi. Ed è così che “la narrazione delle storie permette di attivare e sostenere la pensabilità di sentimenti e vissuti anche molto dolorosi, dirottandoli in un altro luogo, in un altro tempo e su altri da sé. Un altro grande insegnamento che offre questa raccolta di storie sta nelle sue conclusioni: nonostante il percorso dei protagonisti sia irto di pericoli e di prove da superare, assistiamo sempre al “lieto fine”, che introduce così nel racconto un elemento di speranza, un lieto fine.

Ad essere trasmesso è il messaggio che lungo il cammino della vita è inevitabile incontrare difficoltà, situazioni che fanno paura e che ci fanno “traballare”, ma che tuttavia possono essere superate grazie alla fiducia nelle proprie risorse e alle opportunità che ci vengono offerte dagli altri, da Dio. Un’atmosfera di profonda umanità caratterizza la narrazione e sembra essere, insieme ad una grande fede, l’ingrediente che permette ai personaggi, non solo quelli di questo racconto, di sperare.

Un sì, quindi alle storie, che rappresentano un prezioso nutrimento per la mente e per il cuore soprattutto quando la narrazione ha luogo nell’incontro intimo e caldo tra genitore e figlio, tra l’uomo e Dio.

Un grazie infine all’autore che ha saputo ascoltare queste storie dandone infine una veste grafica divenendo così una importante testimonianza di vita.

Don Gianfranco Ferrari