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Strumenti tecnologici come lo smartphone, la televisone, PC, la console di gioco hanno acquisito nel corso degli ultimi anni un ruolo sempre più importante nella nostra quotidianità. Gli aspetti positivi sono innegabili, soprattutto per quanto concerne l’organizzazione dello studio, del lavoro e degli impegni. Infatti non solo questi dispositivi mediatici ci danno la possibilità di ottenere informazioni con estrema rapidità e facilità, ma ci consentono di mantenere contatti e relazioni anche con persone fisicamente distanti. Tuttavia, l’autore di questo saggio, il neuropsichiatra Manfred Spitzer, sottolinea come la sterminata letteratura scientifica sull’argomento sia concorde nel sostenere che queste nuove tecnologie abbiano un effetto devastante sul cervello umano, specialmente durante la fase dello sviluppo. I rischi di dipendenza non sono inferiori a quelli generati dall’abuso di alcol e fumo. L’uso quotidiano ed eccessivo di tali strumenti tecnologici non solo incrementa fenomeni allarmanti dal punto di vista sociale – ad esempio il cyberbullismo e il cybermobbing – ma determina anche una significativa riduzione della soglia di attenzione e delle capacità mnemoniche degli studenti. Spitzer definisce lo smartphone “il coltellino svizzero del XXI secolo” e sottolinea come questo mezzo di comunicazione faciliti solo apparentemente i rapporti sociali: in realtà, questo “telefono intelligente” che funziona come un piccolo computer inibisce in modo evidente le nostre capacità di instaurare ed approfondire le relazioni interpersonali, rendendoci sempre più soli ed isolati. Questo saggio tratta l’argomento in modo esaustivo e completo e invita il lettore a riflettere su tematiche quanto mai attuali, che riguardano tanto la vita dei genitori quanto quella dei figli: in sostanza la vera minaccia non è rappresentata dall’uso ma dall’abuso di questi strumenti. Del resto, come è noto, è la dose che fa il veleno!

prof. Matteo Negro