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Cosa vuol dire essere un lettore creativo? Ce ne fornisce un esempio magistrale Marcello Fois in questo manuale per imparare a leggere…tra le righe. Ciò è possibile quando si capisce che le parole non nascondono solo un significato, ma si possono quasi “toccare”. Non si tratta soltanto di comprenderle, ma di provare a sentire cosa c’è dietro di loro. Questo accade se si è un lettore creativo, una persona disponibile a dare il proprio contributo al libro che sta leggendo, mettendolo in gioco rispetto alla propria vita e concependo connessioni che derivano dalla propria specifica esperienza. “Il lettore creativo vuole sorprendersi, essere preso in contropiede, considerare un punto di vista che gli pareva impossibile. Il lettore creativo vuole amare il libro che non si aspetta. Il lettore creativo è attivo, ha abbastanza punti di riferimento da non lasciarsi abbindolare dalla «buona scrittura» senza una «buona storia» e viceversa”. Questo è il lettore più temuto dagli scrittori, perché non subisce la lettura, ma la vive; è libero di mettere se stesso dentro la storia, anzi deve farlo. Marcello Fois, oltre ad essere uno scrittore, commediografo e sceneggiatore italiano, è sicuramente anche un grande lettore creativo, come dimostra il suo stesso Manuale: una vera e propria raccolta di brevi saggi, che spaziano dai classici dell’Ottocento (quei testi “di cui si sente, nel tempo, la necessità”) a Salinger e Sciascia, passando per alcuni nuovi giallisti italiani, senza dimenticare Grazia Deledda, Sergio Atzeni e i tanti altri. Si tratta delle confessioni di un lettore d’eccezione, di un amante della “vera” letteratura, ossia di quella che produce inquietudine nel lettore, poiché provoca un’“interruzione dello stato in cui ci troviamo prima di affrontarla”. L’autore in uno dei suoi saggi afferma: “da sempre per me leggere un romanzo è stato un esercizio di posizionamento. È stato cioè un sistema per capire la mia posizione nel mondo”. Tutto questo vuol dire davvero essere lettori creativi, lettori in grado di perdersi nelle storie lette, senza smarrire la propria consapevolezza, comprendendo anche che non tutto ciò che piace senza sforzo è buono e bello. Proprio come I promessi sposi che “non debbono «piacere», [ma] sono come il foglio rosa, uno dei documenti attraverso il quale siamo patentati per la comunicazione nel nostro paese”.​

Prof.ssa Alessandra Racca