copertina-benvenuti-a-chernobyl

L’autore di questo saggio, Andrew Blackwell, è un giornalista americano che esordisce nello sterminato panorama della divulgazione scientifica con un libro che lascerà sicuramente il segno, non tanto per i contenuti ma per il modo in cui l’autore ha affrontato il tema dell’inquinamento e più in generale dell’impatto che l’uomo ha sull’ambiente. Blackwell ha viaggiato in lungo e in largo per il pianeta alla ricerca dei luoghi che sulla carta sono stati più volte definiti i più inquinati e degradati. Ma il suo atteggiamento non è stato quello del classico ecologo che descrive spesso in modo freddo e catastrofico la realtà; ha voluto osservare questi luoghi con l’occhio curioso del turista! Ha visitato le miniere di sabbie bituminose nell’Alberta, le raffinerie del Texas, la chiazza di immondizia del pacifico, le aree deforestate dell’Amazzonia, le città più degradate della Cina, il fiume più inquinato dell’India e naturalmente la città di Chernobyl, icona dell’azione distruttrice dell’uomo sulla natura. E cosa ha scoperto? Certamente ha scorto le profonde ferite inferte alla terra e i paradossi che stanno alla base della fede nella crescita illimitata ma allo stesso tempo è riuscito a fare una profonda riflessione sul rapporto che sussiste tra uomo e natura. In realtà l’inquinamento interessa tutto il pianeta, non esiste superficie in tutto il globo che non sia interessata direttamente o indirettamente dall’azione dell’uomo. L’inquinamento… sembra incredibile dirlo… è naturale, in quanto deriva dall’azione di una delle innumerevoli specie presenti sulla Terra, la nostra! Solitamente si e è soliti pensare che l’approccio nei confronti del mondo naturale possa solo essere di due tipi. Da una parte troviamo il punto di vista di coloro che vedono nella natura una risorsa da sfruttare fino in fondo al fine di perseguire il benessere e la crescita economica. Dall’altra parte spesso troviamo ambientalisti che credono che l’unica e vera natura sia quella incontaminata e protetta dall’azione dell’uomo. Entrambe queste visioni fortemente antropocentriche si sviluppano su di un modello “esclusivo” della natura. L’approccio che invece ci aiuterà a comprendere meglio chi siamo e che ruolo abbiamo nei confronti della biosfera è quello “inclusivo” che accetta quello che siamo e che cerca il giusto compromesso tra i nostri interessi e la salvaguardia degli equilibri ecosistemici. Questo è il senso profondo di “Benvenuti a Chernobyl”, saggio ironico e profondo allo stesso tempo, un importante punto di vista che ci aiuterà ad affrontare i problemi ambientali senza scadere nel catastrofismo o nell’eccessivo ottimismo. Assolutamente da leggere per piacere, per conoscere, per capire!​

Prof. Matteo Negro